Il governo Meloni intende incrementare la produzione nazionale di gas estraendolo dai nostri mari per agevolare l’indipendenza energetica.
Era nei piani anche dell’ex premier Mario Draghi in tema di indipendenza energetica dalla Russia. Il governo dell’ex capo della Bce è riuscito a ridurre di tanto in pochissimo tempo la dipendenza da Mosca e stringendo accordi e contratti con altre fonti per la diversificazione energetica. Ma uno degli obiettivi di Draghi era anche quello di incrementare la produzione nazionale di gas trivellando le riserve di metano nel sottosuolo.
Questo è anche il piano di Giorgia Meloni che non a caso ha denominato il ministero della Sicurezza energetica. Per essere al sicuro da eventuali fattori esterni, come ha dimostrato la guerra in Ucraina appunto. Secondo i dati di Assorisorse, che rappresenta le imprese estrattive, la produzione italiana di gas “potrebbe aumentare da 3,3 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 6 miliardi di metri cubi/anno entro il 2025 e oltre 7 negli anni successivi”.
L’Italia ha riserve di metano per circa 112 miliardi di metri cubi, fra mare e terra: 45,775 miliardi certi, 45,901 probabili, 19,912 possibili. La mappa delle trivelle attive di Assorisorse sono una novantina fra terra e mare, in 15 regioni, in tutta Italia tranne in Liguria, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sardegna. La maggior parte è gestita da Eni.
Meloni prosegue sulla scia di Draghi sul fronte energetico
Le trivelle di terra sono concentrate in Lombardia e Emilia e sulla costa adriatica. Le riserve maggiori sarebbero al Sud: circa 60 miliardi dei 66 di metri cubi complessi. Anche in mare le trivelle sono soprattutto lungo la costa adriatica da Venezia a Brindisi oltre che intorno Crotone e Gela in Sicilia. Qui la distribuzione fra nord e sud è più omogenea.
Un altro punto di continuità dunque tra il governo Draghi e quello di Meloni sul fronte energetico come segna anche la permanenza dell’ex ministro Cingolani al fianco di Picchetto Fratin come advisor del governo su questo tema fondamentale. Giorgia Meloni continuerà le battaglie di Draghi in Europa sul tetto al prezzo del gas e al disaccoppiamento tra elettricità e metano, ma continuerà anche con le misure di emergenza contro il caro bollette cercando fondi “nelle pieghe del bilancio” e dagli extraprofitti delle società energetiche. Punterà inoltre all’aumento dell’estrazione nazionale di gas e al potenziamento delle fonti rinnovabili.